Secondo il codice civile, chi riceve l'intero patrimonio del defunto o una quota di tale patrimonio (ad esempio: la metà, un quarto, ecc.) si dice successore a titolo universale o erede; chi invece riceve beni determinati si chiama successore a titolo particolare o legatario. Il primo ha ricevuto l'eredità (o una quota di eredità) del de cuius; il secondo ha ricevuto un legato.
La distinzione tra eredità e legato non ha un rilievo solamente teorico, ma ha una grande importanza pratica: e l'aspetto sicuramente più evidente della differenza tra eredità e legato è quello riguardante l'individuazione del soggetto che deve far fronte ai debiti che il defunto avesse contratto e non pagato prima del suo decesso.
Alla morte di una persona, i suoi debiti non vengono certo cancellati per il solo fatto del decesso: qualcuno ne dovrà pur sempre rispondere, altrimenti i suoi creditori ne riceverebbero un ingiustificato danno. E quindi, quando un soggetto decede, non le sole sue attività ma anche tutte le sue passività (e cioè appunto l'intero suo patrimonio) si devolvono ai suoi successori.
Però, come abbiamo visto, mentre il legatario subentra solo in uno o più beni determinati dal testatore, l'erede subentra nell'universalità del patrimonio del de cuius o in una quota di esso: con la conseguenza che il legatario non è tenuto a far fronte ai debiti ereditari, mentre l'erede è obbligato a pagarli (nello loro totalità o in una quota proporzionale alla quota di eredità che gli è stata attribuita: ad esempio, se ci sono tre eredi cui l'eredità spetta in ragione di un terzo ciascuno, ai debiti ognuno di essi dovrà far fronte per un terzo): infatti il patrimonio del defunto e quello dell'erede diventano un tutt'uno e quindi il creditore del defunto può ottenere soddisfazione delle sue ragioni sia mediante i beni già appartenuti al de cuius sia mediante quelli di proprietà dell'erede e che non siano di provenienza ereditaria.
Occorre precisare, peraltro, che il testatore ben può disporre che anche il legatario debba pagare in tutto o in parte i debiti ereditari: ma anche qui la qualità di legatario è assai rilevante, in quanto chi riceva un legato e sia incaricato dal defunto di pagare i suoi debiti, risponde di questi debiti al massimo per un valore pari a quello del legato ricevuto.
L'erede invece (a meno che non abbia accettato con il beneficio d'inventario) risponde dei debiti anche se il loro valore è superiore al valore delle attività che compongono il patrimonio ereditario.
Per evitare di rispondere illimitatamente (e quindi anche con il proprio patrimonio) dei debiti ereditari, pur senza voler rinunciare alla qualità di erede, l'unica strada rimane dunque quella di accettare l'eredità con il beneficio d'inventario: il beneficio d'inventario serve a circoscrivere la responsabilità dell'erede nei confronti dei debitori del de cuius nei limiti delle attività ereditate, in modo che, insomma, non venga intaccato dei debitori del de cuius il patrimonio personale dell'erede stesso.
Ultima Modifica: 04/07/2006