Il concetto di parentela
Di solito, le regole della successione legittima conducono alla devoluzione dell’eredità a favore del coniuge superstite e dei figli del de cuius; in un minor numero di casi di tali regole beneficiano i fratelli e le sorelle del defunto e i suoi genitori. Ma, nell’ipotesi in cui il defunto non lasci nessuno di questi soggetti, la legge dispone che l’eredità sia attribuita a favore degli altri parenti del de cuius, di grado meno stretto rispetto a quelli prima elencati; per cui si rende necessario conoscere esattamente il significato del concetto di parentela che è contenuto nel codice civile.
Dal punto di vista giuridico, “parenti” sono coloro che discendono da un medesimo “stipite”: ad esempio, se immaginiamo un nonno (Cesare, vedovo) con due figli (Mario, sposato con Carla, e con un figlio, Alberto; e Giovanni, non sposato), abbiamo che il figlio Alberto e il padre Mario sono tra loro parenti, poiché discendono dal medesimo stipite (Cesare); e che anche Mario e Giovanni, due fratelli, sono tra loro parenti, poiché entrambi discendono dal medesimo stipite (sempre Cesare).
Nel caso di Cesare, Mario e Alberto si ha un rapporto di parentela “in linea retta”, poiché si tratta di parenti che discendono l’uno dall’altro; nel caso di Mario e Giovanni si ha invece un rapporto di parentela “in linea collaterale” in quanto si tratta di soggetti (due fratelli) che non discendono l’uno dall’altro (essi discendono invero da Cesare, il loro genitore).
Nella “linea retta” i gradi di parentela si determinano in base al numero di generazioni intercorrenti tra un soggetto e l’altro: tra Cesare e Alberto ci sono due generazioni, e pertanto si ha un rapporto di parentela in linea retta di secondo grado; tra Cesare e Giovanni c’è una sola generazione e quindi il rapporto di parentela è di primo grado.
Nella “linea collaterale” il calcolo è un po’ più complicato, in quanto, immaginando di riferirsi al rapporto di parentela tra lo zio Giovanni e il nipote Alberto, per calcolare i gradi di parentela bisogna risalire le generazioni intercorrenti tra un soggetto (ad esempio: Alberto) e lo stipite comune (Cesare) e poi da qui scendere fino all’altro soggetto (Giovanni): cosicchè, dato che tra Alberto e Cesare ci sono due generazioni e che tra Cesare e Giovanni c’è una sola generazione, se ne ha che tra Alberto e Giovanni (zio e nipote) vi è un rapporto di parentela in linea collaterale di terzo grado. Se poi Giovanni avesse un figlio, questi sarebbe il cugino di Alberto e quindi si avrebbe tra i due cugini un rapporto di parentela in linea collaterale di quarto grado.
Ultima Modifica: 20/03/2011