La rendita catastale è la redditività di una data unità immobiliare attribuita forfetariamente dal Catasto.
In altri termini, il Catasto assegna una rendita ad ogni unità immobiliare dislocata sul territorio nazionale, ricavandola a seconda:
* della tipologia dell’immobile (ad esempio: abitativo, commerciale, produttivo, eccetera);
* della sua dimensione (vani o metri quadrati);
* delle sue caratteristiche (collocazione nel territorio comunale, grado di rifinitura e di vetustà, eccetera).
La rendita catastale di una data unità immobiliare la si può desumere da documenti formati in data recente ove siano riportati i dati di identificazione di detta unità immobiliare; ancor meglio ci si comporta se direttamente dal Catasto si acquisisce un certificato relativo all’unità immobiliare che ci interessa (in tal caso infatti non si corre il rischio di disporre di dati non aggiornati). Dal certificato catastale si possono dunque rilevare diversi interessanti parametri:
a) l’eventuale zona censuaria in cui l’edificio è ubicato (i Comuni di più ampie dimensioni sono infatti suddivisi in zone censuarie, appunto per la diversa redditività degli immobili situati nelle varie parti del territorio comunale stesso);
b) il foglio di mappa (il territorio comunale è suddiviso in tanti fogli, per la ragione che, trattandosi di un territorio vasto, la sua rappresentazione cartografica richiede appunto una pluralità di fogli);
c) il mappale (o particella), e cioè le ripartizioni all’interno del medesimo foglio di mappa, che individuano le diverse proprietà di cui si compone la porzione di territorio comunale rappresentata nel foglio di mappa medesimo;
d) il subalterno (che è la suddivisione “interna” del mappale e che identifica le varie unità immobiliari che insistono nello stesso mappale: tipico è il caso dell’edificio condominiale, il quale è posizionato in un dato mappale ma che poi appunto si articola in tante proprietà quanti sono gli appartamenti in cui il condominio si suddivide);
e) la categoria dell’unità immobiliare in questione (se essa cioè è un’abitazione, un ufficio, un negozio, eccetera);
f) la classe di detta unità immobiliare (che rappresenta il grado di pregio di una data unità all’interno di una data categoria: un conto è infatti l’appartamento al primo piano di una palazzina di pregio in una zona residenziale, altro conto è un appartamento in un piano alto senza ascensore in una zona di residenze popolari “infestata” da insediamenti produttivi);
g) la consistenza dell’unità immobiliare (e cioè la sua dimensione, espressa in vani o in metri quadrati).
Da tutto questo insieme di dati, con un complesso procedimento, il Catasto deriva dunque per ciascuna unità immobiliare la cosiddetta rendita catastale (e cioè un dato forfettario che esprime la potenzialità reddituale di una data unità immobiliare), che si trova stampata nel certificato catastale nell’ultima casella a destra.
Ultima Modifica: 01/07/2006