La nozione di “abuso del diritto” è contenuta nel nuovo articolo 10-bis dello Statuto del contribuente, introdotto dal Dlgs 128/2015 ed entrato in vigore il 2 settembre 2015: si ha dunque abuso a danno dell’ordinamento tributario quando si compiono «operazioni prive di sostanza economica» che «realizzano essenzialmente vantaggi fiscali indebiti» (articolo 10-bis, comma 1) in quanto si tratta di atti «inidonei a produrre effetti significativi diversi dai vantaggi fiscali» (articolo 10-bis, comma 2, lettera a).
Non ricorre però l’abuso quando l’operazione è qualificabile come legittima ricerca di un risparmio fiscale (articolo 10-bis, comma 4) e quando si tratta di operazioni che (articolo 10-bis, comma 12) costituiscono «violazione di specifiche disposizioni tributarie» (in quest’ultimo caso si configura infatti una fattispecie di evasione e non di elusione).
Alla luce della definizione dell’abuso del diritto in materia tributaria, andando alla concretezza delle operazioni societarie, si può esaminare l’impatto della nuova norma di cui all’articolo 10-bis dello Statuto del contribuente sulle operazioni maggiormente tacciate di “abusivismo”, a danno dell’imposta di registro, sia da parte degli uffici dell’amministrazione finanziaria sia da parte della giurisprudenza di ogni livello. (... segue)
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Ultima Modifica: 23/10/2017